LA CHIAVE DELLA VITA
Processo meditativo sui tre fuochi causali

L'Anima o psiké è un'entità psico-spirituale che risiede nella struttura energetica dell'uomo, precisamente sul piano della mente superiore, in quello che viene definito Loto Egoico o Causale, il "Fiore del Sé", come è indicato nella cultura orientale. E' la sede dell'Individualità o Ego dell'essere umano, tramite cui si realizza l'Aspetto Coscienza quale sintesi del rapporto fra lo Spirito e la Materia. L'Anima è l'agente educante dell'essere umano, che utilizza i valori causali o etica come linguaggio per comunicare con la personalità e attivare i processi di trasformazione e sviluppo della coscienza, tramite l'esperienza.
1.LA VESTE DELL'ANIMA
Il Loto Egoico è una struttura energetica che si crea sotto l’impulso dell’energia della Monade (o Spirito) che impatta sul Piano Mentale e non può proseguire oltre. Il punto di contatto fra la dimensione dello Spirito e la Materia (che nell'uomo corrisponde alla struttura psicologica della sua personalità) genera un vortice costituito da nove vibrazioni diverse che assume la forma di un loto.
Questo vortice è l'architettura devica (>divina NdA) sulla quale si plasma il Loto Egoico, divenendo a tutti gli effetti la “veste materiale” dell’Anima o Angelo Solare, che funge da intermediario fra lo Spirito e la Personalità, posizionandosi sui tre livelli superiori del Piano Mentale o Corpo Causale.
Difatti, ad ognuna delle tre cerchie di petali del Loto Egoico corrisponde una triade gerarchica di Deva
(> divinità risplendente, dalla radice sanscrita div, "lo splendore") che ha il compito di istruire i discepoli affinché lavorino per la costruzione della COSCIENZA CAUSALE o Etica.
Le tre cerchie di petali veicolano le energie causali dell’Angelo Solare, queste altro non sono che le potenzialità della Monade, che il discepolo deve trasferire nella sua vita sotto forma di qualità etiche, rivestendole così di coscienza, sperimentandole nella sua vita tramite i rapporti.
I tre sottopiani superiori del Piano Mentale corrispondono al Corpo Mentale Superiore (mente astratta) o Corpo Causale, da questi tre livelli sino a raggiungere tutti e sette i sottopiani del Piano Buddhico è compreso il MONDO DEL FUOCO o “Mondo delle Idee”, in sintesi, dalla realizzazione del Corpo Causale inizia il contatto cosciente con il Mondo dello Spirito.
Le tre cerchie causali Deviche veicolano le tre energie fondamentali della divinità, definite i Raggi di Aspetto:
- Cerchia della Conoscenza - Terzo Raggio: LUCE CHE ILLUMINA (Civiltà, Cultura, Illuminazione).
- Cerchia dell’Amore - Secondo Raggio: SOLE CHE UNISCE (Cooperazione, Comprensione Amorevole, Amore di Gruppo o Fratellanza).
- Cerchia del Sacrificio - Primo Raggio: FUOCO CHE TRASFORMA (Partecipazione al Piano, Proposito del Piano, Precipitazione del Piano).
Sono tre fuochi distinti ma allo stesso tempo integrati tra loro in rapporto gerarchico e progressivo.
Le tre cerchie possono essere visualizzate come tre globi di luce in rapporto geometrico fra loro:
1.FUOCO CHE TRASFORMA
2.SOLE CHE
UNISCE
3.LUCE CHE ILLUMINA
Questa struttura geometrica corrisponde all’immagine o simbolo di AGNI, SIGNORE DEL FUOCO,
il grande Deva - o divinità - che governa il Piano Mentale.
La Legge di Evoluzione prevede che l’uomo debba costruire e padroneggiare completamente il Corpo Mentale e questo passa inevitabilmente tramite il contatto con queste energie e vibrazioni.
L'Agni Yoga ci esorta a “saturare lo spazio con decreti che affermino campagne educative” (Sovramundano II - § 321 - Casa Editrice Nuova Era), stabilendo in questo modo la Volontà di Bene su questo Logos; volontà che deve essere indirizzata all’applicazione del Piano, ossia alla costruzione del Bene Comune.
Solo con il pieno sviluppo delle qualità mentali è possibile iniziare a comprendere il Proposito del Piano e partecipare a quest’opera.
Diviene quindi responsabilità dell'essere umano iniziare a conoscere e utilizzare queste energie (vere e proprie correnti di fuoco o elettricità) nella sua vita e nel suo servizio, e lo strumento migliore che ha in dotazione per assolvere a questo compito è il pensiero.
Il governo e controllo del pensiero si sviluppa con la concentrazione e quest’ultima si potenzia con la meditazione, divenendo a tutti gli effetti LA CHIAVE DELLA VITA.
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LOTO EGOICO
PIANO FISICO COSMICO


Con la meditazione le tre parti o corpi componenti l'essere umano sul piano fisico (corpo fisico, emotivo e mentale) si allineano fra di loro, divenendo un tutt'uno per ricercare un contatto cosciente con l'Anima.
La meditazione è primariamente entrare in rapporto con l'Anima e la sfera causale della vita, avendo la possibilità di comprendere le energie che veicola, corrispondenti alle cause dell'attuale condizione umana sulla terra.
Il Corpo Causale - la vibrazione mentale superiore sulla quale risiede l'Anima o Angelo Solare - ha una duplice funzione: exotericamente produce lo stato di coscienza chiamato Avidya o ignoranza, la causa dell'evoluzione dell'ego dell'essere umano e della sua reincarnazione; esotericamente è Kāranopadhi o Anima Spirituale, il principio Manas Superiore che è il vero fautore dell'incarnazione per mezzo delle personalità successive che acquisisce.
In sintesi la funzione della meditazione è il raggiungimento della fusione di queste due aspetti che determinano la dualità nella vita dell'uomo nella sua esperienza terrestre, per mezzo del trasferimento delle energie causali nella struttura prettamente psicologica della personalità umana.
3 dicembre 2023

2.LE STANZE DEL FUOCO CAUSALE
Nella loro interazione le tre cerchie causali generano delle Camere Intermedie, che sono il risultato della fusione delle loro energie.
FUOCO CHE TRASFORMA
Camera della
Volontà di Bene
- DOVERE-
Camera del
Pensiero e Azione
- ONORE-
Camera della Sintesi
- CUORE DEL FUOCO-
SOLE CHE UNISCE
LUCE CHE ILLUMINA
Camera della Comprensione Amorevole
- RISPETTO -
-
La fusione fra la Luce che illumina e il Sole che unisce genera la camera intermedia della Comprensione Amorevole o CAMERA DEL RISPETTO.
-
La fusione fra il Sole che Unisce e il Fuoco che trasforma genera la camera intermedia della Volontà di Bene o CAMERA DEL DOVERE.
-
La fusione fra il Fuoco che trasforma e la Luce che illumina genera la camera intermedia del Pensiero e Azione o CAMERA DELL’ONORE.
-
La fusione fra le tre stanze di fuoco e le camere intermedie genera la CAMERA DELLA SINTESI, in cui si rivela il Cuore del Fuoco, ovvero il lavoro iniziatico da compiere.
Nei prossimi articoli verranno presentate le intuizioni e le comprensioni raggiunte tramite la meditazione sia individuale che di gruppo sulle singole cerchie e camere intermedie del Loto Causale.
13 dicembre 2023
3.LUCE CHE ILLUMINA
Terza Cerchia Causale

LUCE
La Luce è uno degli aspetti della Divinità. È il Suo Terzo Aspetto di Attività Intelligente ed è connesso alla Mente Superiore.
La Luce concentra, penetra, diffonde, rivela e rischiara, sia ciò che nell’essere umano è connesso allo sviluppo e al corretto uso della Mente, sia ciò che riguarda l’evoluzione di quel fattore essenziale che definiamo Coscienza, connesso all’autoeducazione della nostra personalità e dei suoi automatismi psicologici.
La Luce è per antonomasia un agente ordinante, in quanto l’Intelligenza, in realtà, è la capacità di ordinare in modo sistematico le informazioni radunate nei nostri accumuli di conoscenze, per poter raggiungere un effettivo significato e avere accesso alla Comprensione Amorevole o Amore (Secondo Aspetto della Divinità).
Pensieri - Seme
Nel processo meditativo relativo a questa prima cerchia causale come pensieri-seme sono state utilizzate le seguenti affermazioni, declinate rispettando le qualità e le energie gerarchiche espresse dal Loto Egoico o Coscienza Causale:
VOLONTÀ - POTERE - SACRIFICIO:
“Rivelo l’Idea delle Origini.”
“L’Amore per il vero deve oltrepassare le idee
e le forme create dagli uomini.”
“Il Pensiero è il motore della coscienza.”
SAGGEZZA - COSCIENZA - AMORE:
“La Luce della libertà annulla la volontà della personalità.”
“La Luce disciplina la mente alla nuova visione.”
“L’obbedienza è la Luce del Cuore.”
INTELLIGENZA - ADATTAMENTO - CONOSCENZA:
“La Luce si estrae dalle Tenebre.”
“La Luce è la via della scelta finale.”
“La Luce è manifestazione di unità.”
LUCE CHE ILLUMINA
Processo meditativo
1. Un’idea è la sintesi concentrata del pensiero su un determinato concetto che, sul piano della Mente Superiore o Astratta, si esprime per mezzo del linguaggio geometrico. Sottesa a questo processo sussiste una precisa Volontà, il cui proposito è quello di organizzare ogni forma di manifestazione secondo un preciso ordine – o armonia – tale per cui sia possibile liberare un certo quid di divinità nell’esperienza materiale. Ad ogni corpo, più o meno denso, corrisponde una geometria – visibile o sottile – che rivela una qualità energetica, alla quale corrisponde un’idea che deve il più possibile equivalere ad una Legge. Lo studio della forma, in qualsiasi direzione questo avvenga, deve portare alla rivelazione e comprensione di una Legge precisa, che conduca gli uomini all’applicazione di valori superiori, per la formulazione di un rinnovabile Codice di Vita.
2. Alla realizzazione di un assetto di gruppo corrisponde una formazione geometrica. La geometria o Scienza dei Giusti Rapporti, indotta nella strutturazione del gruppo, ha il valore di far comprendere ad ogni partecipante di essere parte di un processo di pensiero-azione, per il quale un’idea prende forma, sviluppo e realizzazione, riconoscendosi quale aspetto coscienza di questa rivelazione. La posizione che si occupa nella geometria di gruppo non può più essere una prerogativa della propria personalità, bensì dell’Anima o Coscienza, in grado di rispondere in modo più efficace e competente alla Necessità che ha condotto a riunirsi e associarsi in un gruppo. La posizione scelta o indicata definisce il punto di contatto tra lo Spirito e la Materia, tra ciò che ha concepito l’idea e chi ha il compito di realizzarla. La posizione, difatti, corrisponde ad un numero e il numero è un’agente di costruzione.
3. Un punto o posizione nello spazio possiede tre tipi di energia: energia di posizione o potenziale, che ne determina stato e ruolo; energia di irradiazione o radiante, che manifesta il livello di coscienza raggiunto e la disponibilità di energia; energia di magnetismo o magnete, che qualifica la natura dei rapporti possibili.
4. Ogni membro partecipante ad una forma associativa geometrica esprime queste tre peculiarità e impara a governare sé stesso nel rispetto di una gerarchia. La stessa forma geometrica assunta è la gerarchia. La gerarchia, intesa come geometria di rapporti, porta alla realizzazione del connubio fra individualità e insieme, fra punti separati e punti in interazione e comunicazione, fra posizione e relazione. La necessità della geometria o ordine armonico è riportare ciò che è diventato discordante allo stato di concordanza spirituale o accordo di coscienza. Un punto isolato nello spazio è discordante se rimane fine a sé stesso, se vuole attirare senza irradiare. Un punto nello spazio è esistente in quanto esprime una vita, vita che si è resa necessaria e ha avuto principio dall'emissione di un suono o comando preciso.

5. La formazione geometrica esprime l’ordine esatto in cui le energie si manifestano. Che cosa rappresenta la geometria della forma scelta? A quale valore corrisponde il numero che la costituisce? Quale funzione riveste? Considerando il triangolo, questo può essere definito l'unità di misura geometrica principale dell'energia, perché in esso i tre principi naturali (Vita-Coscienza-Forma; Vita-Qualità-Apparenza; Spirito-Anima-Materia; Volontà-Amore-Luce; …), riconosciuti in tutte le filosofie e le religioni, sono espressi in mutuo rapporto. Difatti l'energia è la risultante dell'interazione armonica fra questi tre principi.
6. L’Insegnamento sintetico dell’Agni Yoga afferma che non esiste vita senza pericolo e che lo stato di pace è inesistente. Qual è stato allora il movente che ha predisposto la vita? Uno stato talmente alto e di estrema tensione all'interno di ciò che chiamiamo Universo, che ha messo a repentaglio la sua stessa realtà e verità. Uno stato di disarmonia che ha destabilizzato l'ordine primario sovvertendo l'emanazione del fuoco spirituale. Uno stato di conflitto e battaglia fra ordine come direttrice evolutiva (Kosmos) e disordine come corrente involutiva (Kaos), aprendo una breccia alla dualità e alla separatività dall'Uno. Uno stato di potere invertito, non più finalizzato alla Legge di Gradualità che governa l'evoluzione, ma diretto alla separazione del Pensiero che tiene unito tutto ciò che è esistente.
7. La trasformazione è un processo igneo che prevede di andare aldilà delle forme assunte per forgiarne delle nuove, più adatte alle energie in procinto di manifestarsi. Per l’umanità questo avviene direttamente sul piano della coscienza, nel quale le energie superiori diventano qualità e valori da applicare nella vita e nei rapporti. L’uso corretto delle energie – su qualunque piano esse agiscano – è un vero e proprio paradigma etico, che non interessa solamente l’ecologia in sé, ma l’intera ecologia dell’uomo e del pianeta.
8. Il giusto uso delle energie porta ordine e questo porta alla semplicità. La semplicità è l’artefice dell’onore, poiché ciò che deve essere considerato “onorevole” è qualcosa di comprensibile a tutti, vicino a tutti e praticabile da tutti, in ragione del perfezionamento della natura umana.
9. Alla solidità del pensiero si perviene con la consapevole gestione delle emissioni mentali. La meditazione consente di divenire abili nel contenere, controllare ed infine selezionare la qualità dei pensieri che vengono immessi nello spazio. L’elevazione del pensiero si misura mediante la concentrazione sull’immediato e l’imminente, per attivare le giuste frequenze ed indirizzare le energie mentali dove e come richiesto dallo Stato di Necessità. È altresì un fatto di coerenza fra ciò che si pensa e come si agisce, commisurati alla vivida certezza e volontà di partecipazione ad un proposito comune.
10. Il potere della personalità nasconde in realtà una delle insidie più perniciose della natura umana: la reazione istintiva ed impulsiva alle forme-pensiero. È un fatto di completa indisciplina dell’apparato mentale, in quanto si diviene succubi delle sue tendenze separatiste. La volontà intrinseca a questo potere, difatti, induce a far sentire liberi di fare tutto ciò che – egoisticamente – si ritiene giusto per sé stessi. Ritenersi veramente liberi è disobbedire agli automatismi della mente e, quindi, alla propria personalità. Questa libertà sussiste ben oltre la struttura psicologica umana e si radica sul piano dell’Anima. L’allineamento costante con la Sua Volontà Superiore annulla le piccole volontà del temperamento umano e illumina lo spazio interiore mostrando l’essenza del vero essere.


11. Obbedire limita la propria volontà o la fa evolvere? Sino a che l’obbedienza verrà intesa come sottomissione, passività e resa, questa rimarrà vincolata alla sfera della personalità, che non accetta nessuna forma di comando. Obbedire è il risultato finale di un perfetto ascolto interiore che porta a conseguire intesa nella comunicazione. Questo è possibile se ognuno percepisce il proprio aspetto divino, con il quale imparare a rapportarsi per poi poterlo fare anche con gli altri. L’obbedienza permette di acquisire alcune qualità e valori necessari all’evoluzione della personalità e di conseguenza all’affermazione delle potenzialità della coscienza.
12. L’obbedienza richiede coraggio. Comprendere e applicare le Leggi della Vita non è sempre una condizione facile o favorevole, perché queste implicano di scardinare gli automatismi della personalità – o sue zone d’ombra – in cui questa si è adagiata e ben conformata. A volte è un processo doloroso, dovuto alle potenti forze di resistenza che albergano nella psiche umana, che vede in ciò che deve essere cambiato un agio e una comodità inviolabili. Il coraggio risiede nell’abilità di affrontare una crisi di cambiamento e di adattamento, rispetto a ciò che interiormente si è percepito superiore, oltre l’attuale stato di esistenza, accettando in questo modo la lotta fra forze scatenate dal processo di auto-educazione. Questi altro non è che un procedimento inverso, che prevede di disobbedire alla personalità e di convincerla ad accettare il rinnovamento.
13. Uno degli effetti consequenziali a questo tipo di obbedienza superiore è la disobbedienza alle norme e alle leggi degli uomini – che sostengono l’attuale sistema sociale in cui viviamo – quando queste sono incoerenti e disgiunte dalle Leggi della Vita. Ci vuole coraggio per manifestare questa disobbedienza, perché significa porsi al di fuori della dominanza di massa e proteggere nonché esaltare la propria integrità etica. Significa percepire in sé i valori che costituiscono l’architettura della coscienza e porli come Princìpi o Vite Superiori alle quali fare riferimento, non in modo ideologico, bensì come realtà viventi.
14. Si può obbedire per sottomissione o paura, oppure per convinzione. Quando questa è alimentata da entusiasmo e sincera adesione, l’obbedienza assume le tonalità della gioia. Obbedire per paura costringe verso il basso e distrugge l’integrità e la dignità personale. Obbedire colorati dalla gioia eleva verso l’alto e rivela il chiarore della luce.
Gli aspetti coercitivi e le costrizioni non sono vissuti come limitazioni alla libertà personale, bensì come adesione ad una disciplina superiore.
15. Obbedire prevede pazienza. Questa è una qualità della volontà che, tramite gradualità e moderazione, porta al compimento di un’opera. Non tutto è raggiungibile nell’immediato. Non tutto si modifica e migliora al primo tentativo. Coloro che ci circondano sono entità uniche e irripetibili che vanno viste per quello che sono, nel bene e nel male. L’aspettativa è un fattore a cui rinunciare per l’evoluzione dei nostri rapporti. Pazienza, persistenza e assenza di giudizio sono i rimedi più efficaci per la salute delle relazioni.
16. Obbedire alle Leggi della Vita e vivere il più possibile coerentemente con esse, porta a sperimentare la solitudine. La solitudine è un grande strumento per l’evoluzione della coscienza. È la massima concentrazione del valore della presenza. Ci si distacca dal modus operandi dominante e si rinvigoriscono le innervature della solidità e creatività interiore. La solitudine non va confusa con la sofferenza emotiva dovuta al distacco affettivo o relazionale, perché essa porta alla preziosa consapevolezza di non essere mai soli, ma circondati da infinite dimensioni e livelli di vita che ci compenetrano e che vitalizzano ogni nostro piano d’espressione. In questo senso, nella solitudine si approfondisce il senso della Gerarchia e del compito che ci è stato affidato in un’incarnazione.
17. Nell’obbedienza alberga il seme della fiducia. Solo a ciò che è Superiore e che rappresenta un Valore è possibile affidare noi stessi ai benefici dell’obbedienza. Così è per un singolo essere umano come per l’intera umanità, affinché si possa vincere la perdurevole lotta per l’avvento della Giustizia contro le Tenebre.
18. La Tenebra è sostanza primordiale, grezza, non purificata e permeata di ignoranza. Rappresenta il principio tamas – inerzia o assenza di moto e ritmo – costituente la Materia. “Estrarre la Luce dalla Tenebre” è un processo di trasmutazione energetica. Consiste nell’infondere nello stato inerziale della materia componente i corpi, la luce del Terzo Aspetto della Divinità, che nell’uomo è riconosciuto quale Intelligenza. È l’esercizio e sviluppo dell’Intelligenza, come facoltà ordinante e attivante, che permette alle Potenzialità Superiori di infondersi nella Tenebra modificandone lo stato.
19. Nella danza delle polarità, la Tenebra stimola l’intensificarsi della luminosità della Luce. Di fronte alla Tenebra, la Luce interiore si manifesta come risposta e presenza inalterabile. I due princìpi – Luce e Tenebra – possono esistere indipendentemente, ma nella coesistenza si rendono più evidenti le loro direttrici. La consistenza grezza degli accumuli generati nei primordi dell’evoluzione della coscienza, necessita di essere raffinata e solo tramite il rinnovarsi delle esperienze raggiunge lo stato di un “tutto finito e unito”.
20. Dio, Vita, Energia sono Uno. Un Uno permeante e indissolubile, immanente e trascendente, infinitamente irradiante e magnetico nel rapporto con il Creato. La Sua stessa irradiazione di Luce, Amore e Potere governa il Princìpio di Dualità. Tale princìpio è confermato e determinato dalla natura dei corpi attraversati dalla Sua vibrazione. Nei corpi con vibrazione più raffinata, si manifesta come Luce, in quelli più grossolani, si manifesta come Tenebra. Nei primi la Luce è assorbita e irradiata in favore di una corrispondenza di vibrazione, nei secondi viene assorbita e bloccata per mancanza di consonanza.
21. La Tenebra è l’irrisolto, ciò con cui dobbiamo avere a che fare per poter essere appieno nella Luce. È l’agglomerato dei nostri conflitti su base biologica e psicologica, uno specchio in cui si riflette ciò che siamo e allo stesso tempo ciò che non riconosciamo. La risoluzione dei nostri conflitti è l’alchimia che scarta dalla Tenebra Primordiale il contenuto di Oscurità Personale che l’alimenta, privandola gradualmente della sua funzione.
22. Identificarsi nella Luce è soprattutto acquisirne la disciplina. Il canone prevede di applicarla ogni giorno, facendo qualcosa nella propria vita che la includa in termini di rispetto, creatività e unità. Sono fondamenta che edificano lo spazio in cui l’Anima possa esprimersi nella personalità tramite la gioia.
23. La Luce governa la scelta. Gli esseri umani vengono giudicati non tanto da quello che fanno, ma da come lo fanno e questo comporta le scelte fatte riguardo sia il proprio temperamento, sia la direzione della propria vita. La Luce dell’Io rifulge come la criniera infuocata di un leone, ma è l’equilibrio della bilancia che è in grado di manifestare efficacemente la liberazione delle forze. Nella nascita, nei rapporti, nel lavoro e nella morte, è la scelta finale che determina la qualità di un’esperienza, alla quale corrisponde il grado di evoluzione conseguito.
24. La Luce è la Creatrice del Mondo delle Idee – il Mondo del Fuoco. Il Terzo Aspetto della Divinità è la risultante del connubio fra Potere (Primo Aspetto) e Saggezza (Secondo Aspetto). Il Proposito rivestito di Coscienza rivela l’Idea di Unità. È l’ultima forma di energia, portata in movimento dinamico e conformatrice di tutte le forme. La Luce è la vita della materia, quel quid divino celato in essa, da risvegliare e portare in attività. È una sostanza basilare che aiuta nel processo evolutivo quindi parte del nostro patrimonio genetico ed è il fulcro fondamentale delle cellule posto all’interno del DNA. Nella Luce si sintetizzano tutte le nostre esperienze, alimentando l’archivio della grande Legge Universale del Karma. Tutto ciò che viviamo, sperimentiamo, pensiamo e creiamo in accordo con le Leggi Universali, accende un punto di luce nella nostra coscienza individuale, in quella dell’umanità e del pianeta, facendo della Luce una portatrice di unità per mezzo dell’esperienza.
Lo studio della forma, in qualsiasi direzione questo avvenga, deve portare alla rivelazione e comprensione di una Legge precisa, che conduca gli uomini all’applicazione di valori superiori, per la formulazione di un rinnovabile Codice di Vita.
Obbedire alle Leggi della Vita e vivere il più possibile coerentemente con esse, porta a sperimentare la solitudine.
La solitudine è un grande strumento per l’evoluzione della coscienza.
È la massima concentrazione
del valore della presenza.
Identificarsi nella Luce è soprattutto acquisirne la disciplina. Il canone prevede di applicarla ogni giorno, facendo qualcosa nella propria vita che la includa in termini di rispetto, creatività e unità.